Elisabetta Canalis (Magazine – gennaio 2009)

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E’ stata il prototipo del velinismo: la miscela catodica fatta di stacchetti ballerecci e fidanzamenti calcistici. Poi la reginetta del calendario più sbirciato. E la principessa del divanetto sportivo scosciato. Infine la testimonial onnipresente di un’azienda telefonica. Ora Elisabetta Canalis, sassarese, trent’anni, ondeggia tra sit com («Ho appena girato il numero zero di un nuovo format»), fiction e viaggi a Los Angeles. Mi aspetta seduta sulla poltrona di un hotel tutto legni pregiati e design. La temperatura milanese è di due gradi sotto zero, ma lei porta ballerine senza calze. I tatuaggi in bella vista. Ride molto. Fuma come uno scaricatore di Istanbul. Si prende in giro. Soprattutto è assolutamente consapevole dei pregiudizi con cui è vista da una parte dei telespettatori. Per dire: quando le domando se sa chi siano Berlinguer, Segni e Cossiga, i tre politici che hanno frequentato il suo liceo a Sassari, risponde: «Ma certo, guarda che ho cominciato a fare la velina solo a vent’anni». Il sottinteso è che prima era una persona normale. Con la sua ultima performance televisiva, e cioè l’imitazione di Michelle Hunziker per Artù, la trasmissione di Gene Gnocchi, è riuscita a far imbufalire l’imitata e a innescare il classico intreccio paradossale tra politica e tv: durante la gag Canalis maltrattava in maniera grottesca un anziano, e allora ecco che la pasionaria del Pdl, Maria Burani Procaccini, ha pensato bene di protestare con l’Agcom per denunciare l’efferatezza di Elisabetta. Partiamo da qui.
Burani Procaccini ti ha crocefissa: «Il pubblico poteva offendersi per la scenetta».
«Gli italiani hanno il cervello e la cultura necessari per capire quando si scherza».
L’esponente del Pdl ha pure detto che i tuoi ex fidanzati Reginaldo e Vieri non sono stati in grado di insegnarti una certa sensibilità.
«Poi si è corretta. Ha chiarito che il comunicato lo aveva redatto un suo collaboratore tifoso del Napoli. Ti rendi conto?».
Michelle Hunziker come ha reagito alle tue imitazioni?
«Male».
Ti ha querelata?
«No. Abbiamo pure fatto una scenetta insieme a Paperissima, per far capire che nessuno si era offeso, ma insomma…».
In realtà?
«In realtà lei si è stizzita. Ha fatto come quelle ragazze che al liceo vanno a protestare dal preside perché i compagni le prendono in giro. Però per me in tv è bravissima».
Che cosa guarda in tv una starlette della tv?
«I tg, gli approfondimenti…».
Lo dici per fare bella figura?
«No. Spesso sono sintonizzata su Mtv. E poi i canali americani».
I tuoi conduttori di riferimento?
«Alessia Marcuzzi, un’amica, e David Letterman».
Una strana accoppiata.
«Lui è un genio. Sto studiando il linguaggio televisivo statunitense. È diverso dal nostro».
In che modo?
«Nei talk loro hanno un umorismo che arriva dagli occhi, noi siamo più melodrammatici. Le occhiate di Letterman sono esilaranti».
Talk show a parte, meglio la tv italiana o quella americana?
«Quella italiana non arriva a certi eccessi».
È un proliferare di tette e di culi.
«Ma non facciamo vedere gente che si mangia i ragni pur di fare audience».
Chi è il nostro Letterman?
«Bonolis tra una decina di anni. Ora molti provano a cucirsi addosso certe caratteristiche del personaggio, ma nessuno ha quel self control. Un’altra inimitabile è Oprah».
La Winfrey, leggendaria conduttrice/opinion maker.
«Sì. Anche se non amo chi, come lei, ha sempre la verità in tasca».
Il meglio della tv italiana?
«Gene Gnocchi e la Gialappa’s Band».
Hai lavorato con entrambi e da entrambi sei stata sfottuta pesantemente.
«Si scherza. In tv l’autoironia è l’abc».
Gnocchi parlando delle occupazioni studentesche ha detto: «Per solidarietà Elisabetta occuperà il Cepu».
«Grande. Quando ho letto il copione, ho chiamato un’amica per anticiparle la battuta».
Quelli della Gialappa’s quando sei arrivata a Mai dire martedì, vennero nel tuo camerino per dirti che non eri graditissima.
«Ora siamo amici. Ci esco a cena».
Preferiresti essere ospite di Santoro o di Fazio?
«Fazio, è più garbato».
Di Vespa o di Floris?
«Floris mi piace molto. Ed è sardo come me».
Quando eri ospite fissa di Controcampo era uno sfottò continuo. Abatantuono, Mughini…
«Con Mughini ci ho anche litigato. Ma ci vogliamo bene».
Certo. Aldo Grasso ha detto che a Controcampo venivi umiliata dal silenzio in cui eri costretta.
«Mi sono sempre divertita».
In quello studio tv ancora si ricordano il tuo siparietto con Berlusconi.
«Non era mica preparato».
Ci mancherebbe altro: tu dicevi che neanche lui ti sopporterebbe come fidanzata e lui rispondeva: «Mai porre limiti alla pazienza». Risate generali.
«E che c’è di male?».
Sembrava uno spot elettorale. Da italiana americanofila: Berlusconi o Obama?
«Di sicuro non Veltroni, che dice di essere Obama, ma non ha niente a che fare con lui».
Tu sei di destra, no?
«Ne dobbiamo proprio parlare?».
Perché no?
«Mi piacciono Gianni Letta, Fini e Alemanno».
Tutti di destra.
«Mi piace anche la coerenza di Bertinotti. Ahahahah».
Perché ridi?
«Indovina. È un grande».
Perché in passato gli è stata attribuita qualche responsabilità per la caduta del primo governo Prodi?
«Esatto. Detto questo se proprio devo, preferisco parlar di calcio che di politica».
Allora, da interista ed ex di Gabriele Muccino: preferiresti la Champions ai nerazzurri o la parte da protagonista nel prossimo film…
«Forza Inter».
Non sei rimasta in buoni rapporti col regista Muccino?
«Forza Inter».
La tua storia con Muccino sembrava una roba costruita per i paparazzi.
«No comment. Ma io certe cose non le faccio».
Parli dei servizi fotografici gossipari concordati per autopromuoversi?
«È roba da sottobosco tv. Quelli che hanno qualche settimana di visibilità e la devono sfruttare al massimo».
Fai la snob?
«No. Li capisco. Ma non fa per me».
Lo faresti un reality?
«Come conduttrice? Certo».
Veramente, intendevo come concorrente.
«Non è nelle mie corde».
Perché?
«C’è chi lo fa per rilanciarsi. Ma io spero di non avere mai bisogno di bussare alla porta di un reality. Detto ciò è un bel trampolino. Oggi per una ragazza che vuol fare la tv andare al reality è come per un’attrice anni Cinquanta aver cominciato con filmetti minori».
Tu come hai cominciato?
«Qualche foto per un giornaletto locale sassarese. Una pubblicità di caramelle e poi…».
Ti scartarono a un provino di Pieraccioni.
«Per fortuna. Subito dopo ci fu l’incontro con Antonio Ricci».
Parlami di Ricci.
«Ricci è la televisione italiana».
L’attrice Claudia Gerini lo ha criticato per la trasmissione estiva Veline: troppo volgare.
«Parliamo di quella Gerini che ha cominciato con Non è la Rai? No, dico…».
Sei perfida.
«Se una cosa simile l’avesse detta Giovanna Mezzogiorno, capirei…».
I tuoi che cosa ne pensano della tua carriera?
«Mio padre ogni tanto mi dice: “Guarda che sei ancora in tempo per cominciare a studiare”».
Lui che mestiere fa?
«Il radiologo, come mio fratello. Mia madre insegna, e studia archeologia».
E tu, cosce all’aria in tv. Sei un pesce fuor d’acqua.
«Più che per il fatto di non aver studiato, perché ho trent’anni e non ho ancora una famiglia…».
In compenso in Italia sei la capostipite di un genere, di un modello antropologico: la bella e la bestia calcistica. La velina e il bomber.
«Ma io ho trent’anni e ho fatto la velina solo per tre».
Ormai sei iconizzata come velina.
«Non mi rassegno. Dici che dovrei?».
Non ti fa impressione che il tuo ex Bobo Vieri sia fidanzato con una ragazza che ti assomiglia e che è stata velina dopo di te?
«Diciamo che l’ambiente è un po’ stagnante. Però è normale: si frequentano gli stessi posti, ci si incontra».
Certo, certo. Che cosa ne pensi del fenomeno Victoria&Beckham?
«Che l’unico fenomeno è Victoria».
In che senso?
«È una super manager di se stessa. È lei che muove i fili della coppia».
Lo dici perché Beckham è al Milan e tu sei interista?
«No. La moglie esemplare di un calciatore è Adriana Fossa, low profile al fianco del milanista Maldini».
Victoria per te è un modello da seguire?
«No. La mondanità a quei livelli è un lavoro extra. Per me sarebbe un incubo».
Hai detto: «Beckham non mi fa sesso».
«Non so fare le interviste. Non so stare zitta. Parlo e poi mi pento».
Hai detto pure che hai una passione per i ragazzi di colore.
«E subito sono partiti cliché e battutine».
Ti danno fastidio?
«Registro il razzismo di molti giornalisti: chiedono ossessivamente questa cosa, lasciando sottintendere uno stereotipo: uomo di colore è uguale stallone. Io ho solo detto che trovo sexy certi ragazzi. Non mi pare una cosa così strana».
Una volta hai detto pure: «L’uomo più bello del mondo è il Papa».
«Ma dai… È come quando le soubrette dicono: “Il calendario? L’ho fatto perché sono foto artistiche”».
Torniamo agli uomini: meglio l’italiano o l’americano?
«Ho avuto esperienze con entrambi: il savoir faire degli italiani con le donne è superiore».
Parli dei calciatori?
«Non sono stata solo con calciatori».
Be’, però Vieri, Reginaldo… i calciatori ci provano tutti?
«Sono ragazzi. E si vogliono divertire».
Con te ci ha mai provato qualche politico?
«Diciamo che sono arrivati complimenti che se avessi voluto avrei potuto tradurre in avance».
Gli americani…
«Guarda che in America faccio una vita normalissima. requento un’amica che si chiama Linda e non vivo la mondanità degli attori. Anzi, lì nessuno mi si fila».
Negli Usa hai girato Natale a New York. De Sica ha detto che grazie ai cinepanettoni può fare molto teatro. Tu…
«Io non sono una di quelle grandi attrici che potrebbero rovinarsi il curriculum con un cinepanettone. Se avessi voluto fare l’attrice mi sarei messa a studiare recitazione. Anche il permesso di tre anni che ho appena ottenuto per entrare liberamente negli Stati Uniti non intendo mica usarlo per cercare di sbarcare a Hollywood».
Negli Stati Uniti però hai partecipato a un film prodotto da Dino De Laurentiis. Facevi la suora scollacciata.
«Una particina minuscola nel Decameron. Giusto perché facendo tv la prima cosa che ti chiedono è recitare. E poi Dino è un amico».
Lo frequenti?
«Sono stata a cena da lui qualche sera fa a Beverly Hills. Lui stesso dice: “Casa mia è il miglior ristorante di Los Angeles”. Ha un cuoco italiano eccezionale».
A cena col nemico?
«Con Putin, che è un bell’uomo… Dai, scherzo. Non ho nemici».
Quelli che mettono in giro voci false su di te, che cosa sono?
«Dei poverelli a cui non do importanza».
Hai un clan di amici?
«Chiara, Grazia, Claudia, Donata. Una è agronoma, una è estetista, l’altra fa l’assistente di volo…».
Una volta ti hanno domandato: «Essere o avere?». Hai risposto: «Avere».
«Una vera cretina».
La canzone della tua vita?
«Due: Maybe dei Nerd e Almeno tu nell’universo cantata da Elisa».
Il film?
«Carlito’s way. Uno stracult».
Il libro?
«Lipstick Jihad di Azadeh Moaveni, un viaggio allucinante nell’Iran islamico».
Se leggi libri sull’Islam saprai di sicuro i confini di Israele.
«Oddio, li sapevo. Un aiuto?».
Ti dico la Giordania poi vai avanti tu.
«Uhm… La Siria…».
Un altro aiuto: c’è uno Stato confinante che inizia per E.
«Emirati arabi».
No, Egitto. Quanto costa un litro di latte?
«Novanta centesimi?».
Un euro e quaranta circa. Quanti anni ha la nostra Costituzione?
«Dammi tre risposte tra cui scegliere, azzecco».
Cento, sessanta o trenta?
«Sessanta».
Sei su Facebook?
«Ammazza. Da tre anni».
Sei anche una maniaca degli sms?
«Abbastanza. E mi arriva di tutto. Guarda…».
Che cosa è?
«Un mms del Mago Forest. Un autoscatto mentre palpa il seno di un mio cartellone pubblicitario. Gli sms della Ferilli sono fantastici. In romanesco».
Di che cosa parlate via sms?
«Di uomini. E quando le piace qualcosa che faccio scrive: “Me dai tante soddisfazzzzioni”».
Ti ha scritto anche per l’interpretazione in Carabinieri?
«No. Non ha avuto il cuore».
Ficarra e Picone presentando gaffe ed errori televisivi a Paperissima hanno detto: «Quelli di Carabinieri di errori ne hanno fatti due: far recitare Arcuri e far recitare Canalis».
«Eheh. La battuta più carina su Carabinieri però me l’hanno fatta quelli della Gialappa’s».
Racconta.
«Ero andata a trovarli nel loro gabbiotto a Mediaset. Mi hanno accolto dicendo: “Già ci mancano le tue performance con l’Arma”. E io: “Mi spiegate una cosa che mi ha chiesto il mio nonno fan? Perché ogni volta che c’era una mia battuta venivano alzate le basi musicali?”».
Che cosa ti hanno risposto?
«In coro: “E te lo chiedi pure?”».

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