Arisa (Sette – Settembre 2011)

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Rosalba Pippa, in arte Arisa, ha 29 anni e una voce formidabile. Il grande pubblico la conosce soprattutto per i suoi gorgheggi pop-swing (Sincerità e Malamorenò) e per il look fumettistico alla Betty Boop con cui si presentò tre anni fa a Sanremo. Ora è nelle sale cinematografiche come attrice nell’ultimo film di Ricky Tognazzi (Tutta colpa della musica) e sta per andare in onda su Sky come giudice di X Factor.
La incontro nel suo appartamento meneghino. Mi accoglie in tuta e calzettoni arricciati. È dispiaciuta di dover andare dal parrucchiere all’ora di pranzo perché mi avrebbe cucinato volentieri un piatto di pasta. Mi offre una “tisana della felicità”. Mentre parliamo ne approfitta per lavare due pentole, mi mostra un suo quadro e appena può sgranchisce l’ugola. Quando le chiedo che cosa cantava durante le prime esibizioni giovanili, attacca con la Pausini: «Tu dimmi se c’è, ancora per me…». Riproduce esattamente lo stesso timbro di voce. Quando le faccio notare la cadenza lucana un po’ forte, mi fulmina con un sorriso. «Se fossi impostata sarei così», esclama, imitando perfettamente la dizione di Anna Tatangelo.
Di se stessa dice: «Sono di una semplicità complessa». Deve essere una formula elaborata di fronte all’ennesimo fan o giornalista che le chiedeva notizie sul suo modo di fare un po’ giulivo.
A un certo punto mentre stiamo parlando della sua partecipazione a X Factor e delle selezioni in corso, le domando se tra i pretendenti ha notato qualche portento. Arisa fa uno sguardo furbo, si alza e va a prendere un raccoglitore sul divano. Dentro ci sono le schede di tutti i ragazzi. Le sfoglia. «Questa è Rakhma. Un po’ acerba nel canto, ma si muove sul palco in maniera molto internazionale. Questo è Michael, un brasiliano che canta e balla. Questo, invece è Paolo Scandale, lo dovevamo prendere, invece…».
Il più bravo che hai ascoltato fino a oggi?
«Non so se posso farti un nome».
Certo che puoi.
«Francesca Michelin. Ha sedici anni. Sarà il vero fenomeno di quest’anno».
Com’è il tuo rapporto con gli altri giurati di X Factor? Elio…
«È quello che considero più simile a me. Dà i giudizi in maniera spassionata».
Morgan…
«Sulla musica è il più creativo, il più moderno. Dato che non lo conoscevo mi sono comprata il suo Canzoni dell’appartamento. Morgan sa di suoni».
Simona Ventura…
«Sa quello che piace alla gente e lo fa. Parla coi ragazzi, scherza… ma non perde mai di vista il fatto di essere davanti a una telecamera».
Mi pare normale.
«Non per me. Io me ne dimentico».
Con chi vorresti fare un disco, con Elio o con Morgan?
«Testi di Elio, musiche e arrangiamenti di Morgan».
Risposta democristiana. Farai X Factor travestita da Arisa? Con occhialoni e vestiti anni ’50?
«Non è detto. Mica sono schiava dei miei occhiali».
Ci mancherebbe altro. Quest’anno al talent musicale mancherà Mara Maionchi, prodigio delle edizioni precedenti.
«Lei è una delle donne più fighe che abbia mai conosciuto. L’ho incontrata a un concerto, mi ha vista molto dimagrita e mi ha detto: “Ma che ti sei travestita da gnocca?”».
Se tu partecipassi a X Factor vinceresti?
«Penso di sì. Il problema sarebbe passare le selezioni iniziali. Io a prima vista non dimostro quello che sono. Lo sai che qualche anno fa ho fatto i provini per entrare ad Amici di Maria De Filippi e mi hanno scartata?».
Pazzi.
«È stato Peppi Nocera, che ora è autore di X Factor, ahah».
Chi vince Amici o X Factor poi trionfa a Sanremo. Marco Carta, Valerio Scanu, Marco Mengoni…
«Tra questi Mengoni è il migliore. Se avesse un repertorio in inglese potrebbe sfondare anche all’estero, come la Pausini. Comunque quest’anno Sanremo lo vinco io».
Sai già che parteciperai?
«Mi prendono, mi prendono. Ho un pezzo da paura. Lo senti e rimani a bocca aperta».
Titolo della canzone?
«Non si può dire. Parla di due che si lasciano».
Chi l’ha scritta?
«I testi sono di Giuseppe Anastasi».
Il tuo ex fidanzato.
«Eh sì. La canzone parla di noi. Lui è il mio migliore amico. Io e lui abbiamo un’intesa tipo Battisti/Mogol».
Tu hai studiato nella scuola di Mogol, il Cet.
«È lì che ho conosciuto Giuseppe. Era uno dei miei insegnanti».
Si dice che tu sia una delle pupille del grande autore battistiano.
«Ah, sì? Strano. La prima volta che mi ha sentita cantare ha detto: “Brava, ma già sentita”».
Quando hai cominciato a cantare?
«Da piccolissima. A quattro anni già partecipavo ai concorsi. Ma non ne ho mai vinto uno».
Che studi hai fatto?
«Ho fatto il liceo pedagogico. Il terzo anno l’ho ripetuto. Per molti anni ho cantato nelle piazze, ai matrimoni… Passavo giornate intere a studiare un unico pezzo, un unico passaggio di una canzone. All I’ve ever wanted di Mariah Carey l’ho ascoltata anche per otto ore di fila».
Funziona questa maniacalità?
«Mia sorella Sabrina, che ha 19 anni, usa la stessa tecnica. Gli effetti sono miracolosi. Ha una voce pazzesca».
Prima o poi vedremo duettare le sorelle Pippa?
«Magari. Devo ancora trovare qualcuno che canti come lei».
Tu quando hai scoperto di avere un talento non comune?
«Al Cet. Lì ti aiutano a trovare una tua strada».
Come hai scelto il nome Arisa, acronimo dei nomi dei tuoi familiari? Papà Antonio, tu Rosalba, le tue sorelle Isabella e Sabrina, tua madre Assunta…
«Scarabocchiando su un foglietto. Io appendo foglietti ovunque. Ci scrivo tutte le cose che mi vengono in mente».
Anche il successo di Sincerità è nato su un foglietto?
«Sincerità nasce in un momento in cui le cose non andavano benissimo. Io vivevo a Roma, facevo l’estetista. Guardando Sanremo vidi Yael Naim cantare New Soul. Andai da Giuseppe, che era il mio ragazzo e il mio autore, e gli dissi: “Peppone, se vogliamo arrivare da qualche parte dobbiamo fare una canzone così, leggera e briosa”. E lui scrisse Sincerità».
Dopo Sincerità c’è stato qualche insuccesso.
«Mi sono messa nelle mani di un manager/produttore sbagliato. Ora mi piacerebbe che venisse fuori un po’ del mio respiro internazionale».
Pensi di averlo?
«Mi vergogno a parlare in inglese, ma sono cresciuta studiando le cantanti americane. Due anni fa ho deciso di fare solo cose che piacciono a me».

La tua cantante italiana preferita?
«L’unica di cui mi piace tutto è Cristina Donà. E poi Carmen Consoli…».
Durante la trasmissione Victor Victoria, di cui eri ospite fissa, facevi delle imitazioni strepitose di Malika Ayane.
«Malika trasuda conoscenza musicale. La stimo molto. Ma temo che se la sia presa per l’imitazione: le chiedo da tempo l’amicizia su Facebook e lei non me la concede».
Hai un clan di amici?
«Sì, soprattutto a Roma. A parte Peppone, Agnese Matteoli che fa la psicologa».
Sei mai stata in analisi?

«Sono in analisi. Ogni tanto sono troppo confusa».
Qual è l’errore più grande che hai fatto?

«Per molto tempo ho disprezzato me stessa per l’aspetto fisico».
La scelta che ti ha cambiato la vita?
«Lasciare il mio paese, Pignola, vicino Potenza. La prima volta fu parecchio traumatico. Andai a Milano per studiare. In realtà di giorno lavoravo come parrucchiera, di notte come cameriera. Mi sono presa un esaurimento nervoso e sono tornata dai miei genitori».
Che cosa guardi in tv?
«Ora quasi nulla. Ma per molto tempo sono stata una divoratrice di sit-com: Friends, La tata…».
In America è stato brevettato un apparecchio che ammutolisce i personaggi tv sgraditi quando questi compaiono sullo schermo di casa. Tu chi vorresti ammutolire?
«Tanta tanta gente».
I nomi…
«Devo lavorare, non faccio nomi. Ti dico la tipologia: gli uomini e le donne che stanno in tv ma non sanno fare nulla. Quelli che pensano solo ai soldi. Quelli che litigano: chi fa tv ha delle responsabilità nei confronti dei telespettatori. Non puoi stare lì a strillare e insultare gli altri».
A X Factor si litiga.
«Io non litigherò. Chi alza la voce non ha mai ragione».
Una volta hai detto che gli italiani si piegano troppo ai modelli televisivi.
«Mi capita di assistere a discussioni accese su quel che fa Costantino Vitagliano durante le vacanze o su quello che combinano i ragazzotti della trasmissione Uomini e Donne. Pensiamo di essere come loro e quindi ci immedesimiamo».
Chi vorresti alla conduzione del festival di Sanremo?
«Donne come Victoria Cabello, Geppi Cucciari, Luciana Littizzetto, Paola Cortellesi…».
Il libro preferito?
«La vita interiore e La noia di Moravia. Non leggo molto. Ho un problema di pressione oculare. Quindi ascolto audio-libri».
La canzone?
«At last di Etta James. È una di quelle che da giovane studiavo in maniera ossessiva».
Il film?
«Il diario di Bridget Jones. Mi sono immedesimata. In realtà io sono Bridget Jones».
Hai recitato nell’ultimo film di Tognazzi.
«Lo posso dire?».
Che cosa?
«Non sono una brava attrice. E non ci tengo a saper fare tutto. A meno che non cada in povertà non credo che mi vedrete a Domenica Cinque a fare l’opinionista».
Conosci l’articolo 3 della Costituzione?
«No».
I confini di Israele?
«Nemmeno. Ammetto che non ho mai viaggiato».
Chi ha scritto Azzurro?
«Non lo so».
Non ci credo. Paolo…
«Paolo Limiti?».
No, Paolo Conte.
«Anche Limiti ha scritto belle canzoni».
Sai quanto costa una canzone su iTunes?
«Certo. 99 centesimi, gli audio-libri, invece, 14 euro. Io non scarico mai illegalmente la musica. Perché non saprei come fare e perché non voglio fare agli altri quello che non vorrei fosse fatto a me».
Ecco l’Arisa ultracattolica.
«Lo ero. Sono cresciuta».
Ti sei schierata contro il testamento biologico.
«Vengo da un paesino vicino Potenza. Lì è normale pensare certe cose. Sono cambiata. Credo in Dio e sono una fan di San Karol… Papa Wojtyla».
Nel tuo repertorio c’è Io sono… un pezzo che sembra il manifesto del Family Day.
«Non lo canto più. Ora penso che si possa essere buoni senza per forza seguire i precetti più tradizionali del cattolicesimo».
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Categorie : interviste
Commenti
benedetts 1 Aprile 2012

Si spera che in questi tre anni abbia studiato un po’ di cultura generale, poichè da una foto non riusciva a riconoscere il suo paese e non conosceva neppure il nome del sindaco, ma sarà andata a votare data la sua età, ma purtroppo il mondo dello spettacolo è fatto cosi’!

ciro 8 Aprile 2014

Una voce normale nulla di particolare purtroppo e tutta colpa di quelle persone che non hanno studiato musica……..

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