Elly Schlein (7 – Febbraio 2020)

0 commenti

(Intervista pubblicata su 7 – Corriere della Sera il 21 febbraio 2020)

Elly Schlein è la campionessa di preferenze delle ultime elezioni in Emilia Romagna. Ne ha prese più di ventiduemila. Anche per questo il governatore Stefano Bonaccini l’ha chiamata alla vice-presidenza della Regione. Nel 2013 lei guidò i ragazzi di OccupyPd per protestare contro i franchi tiratori che avevano affossato la candidatura di Romano Prodi alla Presidenza della Repubblica. E’ stata europarlamentare dem, con specializzazione in politiche migratorie, e nel 2015 ha lasciato il Pd renziano per aderire a Possibile, la creatura gauchista di Pippo Civati. Dice: “Nelle piazze c’è un sacco di gente senza casa”. Si riferisce a chi ha protestato contro i blocchi navali di Matteo Salvini, a chi si è messo al fianco di Greta Thumberg e, ovviamente, alle sardine. Vorrebbe contribuire a far nascere un nuovo spazio politico «progressista, ecologista e femminista»: “Bisogna fare rete, pungolare il Pd. Sono già in interlocuzione con Anna Falcone, Annalisa Corrado, Rossella Muroni, Marilena Grassadonia. E anche con Lorenzo Fioramonti”. Spiega: “Lo so che il Pd è il soggetto più grande del mio campo politico, ma non possiamo pensare di cavarcela ritinteggiando le case già esistenti”. Domando: “Pensa davvero che il Partito Democratico sia disposto a sacrificare il proprio brand sull’altare delle piazze?”. Replica: “O ora, o mai più”. 

Schlein ha trentacinque anni. Nel 2008 e nel 2012 si è trasferita a Chicago per dare una mano ai comitati elettorali di Barack Obama: “Purtroppo non l’ho mai incontrato”.

Oggi, alle primarie dei Democratici Usa per chi tifa? Bernie Sanders o Pete Buttigieg?

“Sostenevo Sanders già alle scorse primarie. Lo faccio ancora più volentieri ora che è accompagnato da donne forti come Alexandria Ocasio-Cortez. Apprezzo anche Elizabeth Warren”.

C’è chi sostiene che per sconfiggere Trump servano candidati più rassicuranti. Sanders potrebbe fare la fine di Jeremy Corbyn, l’ultra-labourista che in Gran Bretagna è stato travolto dal conservatore Boris Johnson.

“Negli Stati Uniti Hillary Clinton è stata identificata come parte dell’establishment e ha perso. La polarizzazione sovranista non si affronta con risposte annacquate. Anche in Italia sulle nuove sfide servono parole chiare”.

Il Pd non ne dice abbastanza?

“Se io con la lista «Emilia Romagna Coraggiosa», che ha preso un nono dei voti del Pd, sono risultata la candidata con più preferenze, ci sarà un perché. Qui nessuno ha ancora chiesto scusa ai lavoratori per il Jobs Act e per la Buona Scuola”.

Renzi dovrebbe chiedere scusa?
“Non solo lui. Anche tutti quelli che hanno contribuito a spostare l’asse verso il centro. O verso destra. Sulla crisi ambientale, sulle migrazioni, sulla lotta alle disuguaglianze servono proposte ben identificate. Nel nostro campo ci sono problemi di chiarezza, dall’altra parte invece ci sono cinquanta sfumature di destra, molto compatte tra loro”.

Chiarezza: Schlein è contro le semplificazioni, ma tra il modello di accoglienza di Riace e le durezze di Marco Minniti sulle Ong, preferisce Riace. Considera gli accordi italiani con la Libia sui migranti “una vergogna”. E’ favorevole a una legge più avanzata sul fine vita, ai matrimoni egualitari e alle adozioni per le coppie gay. 

Recentemente, rompendo una solida riservatezza, ha raccontato in tv a Daria Bignardi di aver amato uomini e donne. E di essere impegnata con una ragazza: “Finché mi sopporta”. Nella sua casa bolognese vive anche Pila, un cucciolo di cane meticcio di pochi mesi. Elly ha vissuto a Lugano la prima parte della sua vita. Ha parenti provenienti da tutto il mondo, il lato paterno della famiglia che ha subìto gli orrori dell’Olocausto e un nonno Agostino Viviani che è stato una figura storica del socialismo italiano.

Lei quando ha cominciato a fare politica?

“E’ stata una cosa imprevista. Un po’ come quando mangi le ciliegie: una tira l’altra e non ti fermi più”.

La prima ciliegia?
“All’Università, a Bologna. Sono stata eletta due volte rappresentante degli studenti. Avevamo un’associazione, ProGrè, che si occupava di politiche migratorie. Proiettavamo documentari e film: sulle band neofasciste, sul G8 di Genova…”.

La sua infanzia in Svizzera.

“Vivevamo in una casa ai piedi del bosco. Avendo due fratelli più grandi di qualche anno, giocavo spesso da sola. Sono stata la classica nerd anni Novanta”.

In che senso?

“Ho trascorso parecchio tempo davanti ai videogiochi. Ho una nutrita collezione: la prima Nintendo, la Play Station 2, la 4. Un vecchio GameBoy che ancora funziona. I miei preferiti erano i giochi «punta e clicca»”.

Che roba è?

“Avventure, enigmi… Evito i cosiddetti «spara-tutto» e i giochi in cui c’è violenza. Ma le faccio una confessione intima: mi piace Assassin’s Creed”.

Un videogame abbastanza cruento.

“E’ un prodotto interessante, soprattutto per le ricostruzioni storiche. Ogni tanto mi dedico a un gioco che simula le immersioni subacquee che sono l’unica cosa che mi dà pace”.

E’ vero che suona il pianoforte e la chitarra?

“E’ una passione. Ho cominciato a cinque anni. Però da ragazzina, a lezione, mi addormentavo sulla tastiera”.

Ha mai avuto una band?

“Ai tempi del liceo mi chiamarono per sostituire un chitarrista. Facevamo punk melodico”.

La musica di Elly, oggi.

“La prima cosa che mi viene in mente sono i corridoi vuoti del Parlamento Europeo, la sera, e io che ascolto i Beirut”.

Miti giovanili?
“In camera avevo i poster di Kill Bill e di Moulin Rouge”.

Film di Quentin Tarantino e Baz Luhrmann.

“Ho sempre sognato di lavorare per il cinema”.

Ha mai girato un suo film o un cortometraggio?

“Qualche video per eventi. Alcune inchieste. E sono stata aiuto-regia in un documentario, Anija – La nave, che vinse il David di Donatello nel 2013. Parlava degli albanesi sbarcati in Italia a inizio anni Novanta”.

Dopo l’impegno in politica tornerà a frequentare i set?

“E’ quello che vorrei fare da grande. Sono un’aspirante regista, ma temo che rimarrò aspirante!”.

Categorie : interviste
Leave a comment