Luigi de Magistris (Doppio Binario – 7 – Marzo 2019)

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(Intervista pubblicata su 7 – Corriere della Sera il 14 marzo 2019)

LA STANZA DEL SINDACO È UN SET. Quando le trasmissioni tv si devono collegare con lui selezionano sempre la stessa inquadratura: un tavolone gonfio di corni e cornetti, immagini votive di Che Guevara, pupazzi e bandiere assortite. Doppio Binario con Luigi de Magistris, detto Giggino, 51 anni, ex magistrato, dal 2011 primo cittadino di Napoli. Su un comò troneggia la statuetta del presepio che lo raffigura: «Ma non mi assomiglia molto», dice sfoggiando un po’ di vanità. De Magistris cerca di coniugare «l’amministrazione cittadina» con l’aspirazione a un ruolo politico nazionale. Racconta: «Una città come Napoli è quasi più difficile da governare dell’Italia intera. E io l’ho fatto in prima linea contro ogni tipo di austerity: europea, nazionale, regionale». È da poco sfumata la candidatura alle Europee della lista DemA, legata al movimento che ammicca al suo nome e allo slogan Democrazia Autonomia, ma il sindaco non esclude di oltrepassare presto i confini partenopei. «Il mio mandato a Napoli scade nel 2021. C’è un però. Se il governo dovesse cadere e si andasse a elezioni, noi ci candideremmo subito. È troppo importante arginare Matteo Salvini. Di sicuro abbiamo dimostrato di saper coniugare la rottura del sistema con la capacità di governo. Al contrario di quanto ha fatto il Movimento Cinque Stelle». Sul M5S de Magistris non ha mai avuto un atteggiamento pregiudizialmente ostile. «Anzi. Quando ho visto il Sud votare per loro, ho sperato. Il loro elettorato alle politiche è lo stesso che ha votato per me alle amministrative. Conosco i Meetup cittadini e Beppe Grillo mi sostenne quando ero magistrato. Il problema è che al governo stanno facendo peggio di quanto chiunque potesse immaginare. Il tracollo dei grillini ormai è inesorabile e irreversibile».

Esagerato.

«Il caso Diciotti non lascia scampo: hanno preso voti gridando “onestà” e ora hanno sacrificato questo loro baluardo per difendere il politico più anti-meridionalista del Paese».

Gli elettori dimenticano.

«Non credo. Prima si poteva pensare che i 5Stelle facessero errori per inesperienza o per incompetenza, ma nel concedere l’immunità a Salvini hanno preso una decisione politica consapevole. E anche sui temi ambientali traballano… Il tradimento è troppo forte. Non si accorgono nemmeno di come Salvini sta crescendo al Sud».

Come sta crescendo?

«Caricando a bordo l’estrema destra. Ma proprio estrema. E alcuni elementi che per evitare querele definisco solo “non potabili”. Mi chiedo: i Cinque Stelle che hanno un presidente di Commissione Antimafia e un ministro della Giustizia, come fanno a continuare a cementare un rapporto politico così? In pratica si sono portati in casa la questione immorale».

DE MAGISTRIS ha vinto le amministrative sconfiggendo il Pd e ha proclamato Napoli comune de-renzizzato. Ora sostiene che per sconfiggere Salvini non ci si possa alleare con chi, come Calenda e Renzi, ha fallito e aperto la strada ai giallo-verdi. Il nuovo segretario del Pd è Nicola Zingaretti. «Se il partito si rinnova non escludo un dialogo».

Le priorità di DemA?

«Attuare seriamente la Costituzione. La lotta alla mafia, di cui al massimo si parlicchia».

Le faccio un piccolo test valoriale. Favorevole o contrario ai matrimoni gay?

«Favorevole, li abbiamo celebrati».

Adozioni da parte di coppie omosessuali?

«Favorevole».

Eutanasia?

«Favorevole».

Fin qui lei e Zingaretti siete in sintonia. Reddito di cittadinanza?

«Se declinato bene».

Di Maio e Salvini come l’hanno declinato?

«Male. Perché non sono previste vere politiche per lo sviluppo. Quindi verranno distribuiti soldi ai cittadini per farli stare sul divano. Il messaggio è solo questo: “Quando devi votare ricordati di Di Maio”. Stesso discorso per Salvini con la quota 100: molti andranno in pensione, ma tantissime amministrazioni locali resteranno senza dipendenti perché non hanno la possibilità di rimpiazzare i pensionati. Un disastro».

Torniamo al test: favorevole o contrario a una patrimoniale per fare cassa?

«Se stessi al governo una patrimoniale sulle rendite finanziarie più alte la introdurrei».

No Tav o Sì Tav?

«No Tav».

Su questo non è d’accordo con il segretario del Pd.

«Sono anche No Tap».

In Venezuela con Maduro o con Guaidó?

«A costo di sembrar democristiano rispondo: sono con il popolo venezuelano».

È una non-risposta.

«Maduro non è Che Guevara e i venezuelani sono allo stremo. Però non mi piacciono le ingerenze degli Usa e delle super potenze negli affari dei Paesi sudamericani».

In Francia: con il presidente Emmanuel Macron o con il gilet giallo Christophe Chalençon?

«Comprendo alcuni aspetti della protesta dei gilet gialli, ma non condivido proprio l’utilizzo della violenza».

Macron…

«Lo metto tra i politici del neoliberismo europeo da cacciare democraticamente, insieme con Renzi e Angela Merkel. È colpa loro se in Europa è cresciuto il sovranismo di Marine Le Pen e di Viktor Orbán».

Maurizio Landini, nuovo segretario della Cgil, o Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria?

«Landini. Con la sua Fiom abbiamo fatto tante battaglie».

Migranti e accoglienza. Modello Marco Minniti o modello Mimmo Lucano, sindaco di Riace?

«Mimmo Lucano tutta la vita. Sui migranti stiamo preparando un’iniziativa forte».

Quale iniziativa?

«La flotta partenopea».

La flotta…?

«Lavoriamo per mettere in mare, a giugno, un veliero che batta bandiera napoletana e quattrocento imbarcazioni di volontari, pronti ad aiutare le navi cariche di migranti che dovessero puntare la prua verso il golfo di Napoli».

Matteo Salvini ha ribadito più volte che i porti italiani sono chiusi ai migranti.

«Per chiuderli serve un’ordinanza che per ora non c’è. Noi andiamo avanti e se ci vorranno incriminare per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina lo facciano. Il sindaco di Napoli processato insieme ad altre diecimila persone, perché ha cercato di salvare vite umane, è una notizia che fa il giro del mondo».

DE MAGISTRIS È CONVINTO che il decreto salviniano su immigrazione e sicurezza faccia parte di un piano: «È una norma scritta con attenzione. E ha come effetto immediato l’aumento dei clandestini in circolazione e le conseguenti tensioni sociali. Temo un disegno autoritario». Viriamo e cominciamo a parlare del rapporto tra politica e magistratura. Il sindaco gongola perché la Corte d’Appello di Salerno ha da poco certificato il fatto che quando lui era in magistratura le inchieste Poseidone e Why Not gli vennero sottratte illecitamente. «Mi fermarono perché denunciavo magistrati corrotti, deviazioni istituzionali, politici di destra e di sinistra, rapporti con la massoneria. Mi allontanarono per incompatibilità ambientale. Ed effettivamente con quei corrotti non ero compatibile». Due vigili urbani aprono l’enorme portone del Municipio. Ci affacciamo sulla piazza, di fronte a noi c’è il Maschio Angioino. In lontananza sfreccia un motorino con tre persone, una delle quali senza casco. Cominciamo a parlare dei guai della città. Il sindaco sterza sulla rivoluzione culturale come arma vincente anche per sconfiggere la criminalità organizzata. Dichiara: «È importante che stia passando l’idea che chi fa esplodere una bomba contro la pizzeria Sorbillo non è solo nemico del proprietario del locale, ma di tutta la città».

Le fiction, i libri e i film sulla mafia campana vi hanno dato una mano a sensibilizzare la cittadinanza contro la malavita?

«Nel bilancio finale non credo che ci sia stato un grande contributo alla lotta contro il crimine».

La serie tv Gomorra è arrivata alla quarta edizione.

«Riusciamo a far venire milioni di turisti malgrado la narrazione devastante di Gomorra».

Il crimine organizzato esiste a prescindere dalla narrazione.

«Certo. E noi siamo i primi a raccontarlo per sconfiggerlo. Ma al di là dei libri e delle fiction io contesto a Roberto Saviano il suo concentrarsi solo sui proiettili, sulla droga… Come se a Napoli aderire o avere a che fare con il crimine fosse qualcosa di inesorabile. Il male esiste. Ma esiste anche il bene, anche a Napoli».

Vuole invitare Saviano a fare un giro per le vie di Napoli con lei?

«Non lo farà. Non ci viene. Anche perché non credo che ormai conosca Napoli più di tanto».

MENTRE SIAMO PER STRADA veniamo intercettati da un gruppetto di collaboratori di de Magistris. Gli ricordano un appuntamento urgente. De Magistris rivolto a me: «Capito? Tutto il giorno così: dalle 8 a mezzanotte». Gli domando se sia d’accordo con quei modelli di welfare nord-europeo che permettono ai padri di stare molto di più con la famiglia anche per favorire la parità degli impegni professionali tra uomini e donne. Replica: «In linea teorica, certo. Ma io ho sempre amato talmente tanto il mio lavoro, che se anche una norma mi avesse permesso di stare di più in famiglia, non lo avrei fatto».

Lei che cosa fa in casa?

«È una domanda per far vincere mia moglie Maria Teresa tre a zero?».

Non fa proprio nulla?

«Senza Maria Teresa non avrei retto né come magistrato né come sindaco. È un fenomeno. Io ogni tanto riesco a prendere il pesce al mercato del Vomero. E poi dedico il pranzo della domenica ai figli».

I figli. Scuole pubbliche o private?

«Pubbliche. Giuseppe ha 15 anni e frequenta il liceo Classico. Andrea ne ha 19 e studia Giurisprudenza».

Farà anche lui il magistrato?

«Non lo voglio caricare, ma dopo che a me hanno strappato di dosso la toga, mi farebbe abbastanza piacere. Sarebbe la quinta generazione in famiglia. Un record».

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