Michele Emiliano (Sette – aprile 2011)

14 commenti

Michele Emiliano, 51 anni, è il sindaco gigantesco e non-ideologico di Bari. Lo incontro in Municipio. Arriva all’appuntamento con un po’ di fiatone: «Per strada cammino veloce, altrimenti i baresi mi fermano per chiacchierare». Un usciere travestito da guardia di Buckingham Palace gli porta un po’ d’acqua. Lui si siede. Annuncia: «Ho appena pubblicato su Facebook un post su Lampedusa». Emiliano coltiva la sua indole ultra-pop anche con una presenza capillare sui social network. Dialoga e litiga con i lettori/cittadini. Si concede. Ad alcuni replica con durezza. «In Rete viene fuori il mio Mr. Hyde». Ha appena invitato i suoi seguaci on line (“Più di 25.000”) ad applaudire l’intransigenza ambientalista di Beppe Grillo su Fukushima. E da qualche giorno esorta tutti ad aderire all’iniziativa meridionalista “Mezzogiorno di fuoco” che sarà inaugurata il 9 aprile proprio nel capoluogo pugliese («All’inizio l’avevo battezzata “Terroni democratici”»).
Mentre parliamo Emiliano sventola un libro: Regole. Scritto da Abravanel e D’Agnese. È la sua nuova Bibbia: «Spiega come passare da un’Italia che non rispetta le regole perché le ritiene sbagliate, a un’Italia che critica le regole sbagliate e lavora per migliorarle». L’intervista si svolge mentre in Parlamento esplode la rissa sul “processo breve”. Trascino il magistrato/sindaco sull’attualità: «Cambiare regole quindi è legittimo?». La replica è netta: «In casi estremi, sì. Ma Berlusconi non cambia le regole, le devasta. Dopodiché sono sicuro che lo faccia in buona fede». Cominciamo da qui, allora.
Sindaco, nel Pd siete pochi a pensare che Berlusconi sia in buona fede.
«Lo dico da osservatore/investigatore: il premier è convinto di essere nel giusto. Questo lo rende ancora più pericoloso, eh».
Anche lei come il sindaco Renzi spera che Berlusconi esca indenne dai processi?
«Sì, se è innocente. Vorrei che Berlusconi cadesse per una presa di coscienza sul berlusconismo da parte dei cittadini votanti e non a causa di un processo. La mia parte politica si concentra sui guai giudiziari, invece dovremmo elaborare un progetto per il Paese e studiare l’uomo Berlusconi».
Lei l’ha studiato?
«È un seduttore. Vuole far innamorare di sé tutti. Con uno così non si va allo scontro frontale, si lavora per farlo squagliare al sole».
Lei ha detto: «Non mi interessa quel che fa Berlusconi dopo le 21». I bunga-bunga…
«Ogni volta che in Italia qualcuno fa la morale agli altri, finisce col fare la figura del fesso: in Puglia è venuto fuori che alcuni esponenti del centrosinistra condividevano con Berlusconi addirittura le stesse donne».
Molti nel centrosinistra rivendicano la propria “diversità” antropologica…
«Questa diversità non esiste. E rassegniamoci al fatto che gli italiani hanno scelto Berlusconi per come è e per come si mostra. Lo dico sempre a D’Alema: “La cosa triste è che pur sapendo che Berlusconi è così, lo hanno preferito a noi. Anzi, a voi”».
Le sconfitte contro Berlusconi non sono anche sue?
«Il premier a Bari si è impegnato. E contro di me ha perso».
Il Pd dovrebbe fare le primarie per trovare il candidato anti-Berlusconi?
«Certo. Sono nel nostro Dna».
Chi dovrebbe sfidare Vendola alle primarie? Bersani, Renzi…
«Se si presentano tutti e due, vince Vendola. Nichi in campagna elettorale è un’ira di Dio».
Renzi…?
«È un amico. Fa il sindaco da un anno ed è già pronto per qualsiasi battaglia. Azzarda parecchio».
Una volta ha detto: la modernità della Puglia si vede anche dall’elezione del governatore Vendola: gay ed ex comunista. Anche l’Italia è pronta?
«Dal punto di vista delle categorie classiche della politica, Berlusconi ci ha addestrati a cose ben più sconvolgenti. Ormai gli manca solo il cannibalismo».
Quindi, Vendola premier?
«Se Nichi venisse candidato come il poeta-profeta della nuova Italia e il Pd gli mettesse intorno una squadra di mediani, come si fa nel calcio con i fuoriclasse, vinceremmo tutti i campionati».
Ci sarà mai questa saldatura tra il Pd e i vendoliani?
«Sia D’Alema sia Vendola mi dicono che è molto difficile».
Perché?
«C’è un problema di sangue. Quando ho chiesto a D’Alema perché con me è più disponibile che con Vendola, mi ha detto: “Tu non sei dei nostri. Vendola è carne del nostro corpo. Non può fare quello che fa”. Cioè cercare di eterodirigere il Pd dall’esterno. Una migliore collaborazione col Pd, tra l’altro, permetterebbe a Vendola di guidare meglio la Puglia».
Non lo fa abbastanza bene?
«Non è nemmeno giusto chiederglielo. Lui è davvero il profeta del futuro. La sua squadra è debole. E in Puglia siamo sull’orlo del commissariamento sanitario».
Non è che lei spinge Vendola verso lidi nazionali perché vuole prendere il suo posto in Puglia?
«No, no. Io me la prendo con calma».
Lei vorrebbe Vendola premier, ma su Facebook ha applaudito un video di Travaglio intitolato: “Il palo della banda dell’Ortica”. Lì si sfotteva Vendola e la debolezza della sua difesa nel caso Tedesco, l’ex assessore alla Sanità pugliese accusato di corruzione e concussione.
«Non parlo con Vendola da quando lui ha cercato di scaricare sul Pd l’affare Tedesco. Ho sempre considerato Tedesco l’assessore alla Sanità di Vendola».
Lo dice per spirito di partito?
«No. Ricordo perfettamente che nell’ottobre del 2007, quando in Consiglio regionale si discusse del conflitto di interessi di Tedesco (che ha parenti imprenditori nella Sanità, ndr), Vendola lo difese come solo Demostene avrebbe saputo fare. Io gli dissi: “Bravo, ma ora cambia le deleghe a Tedesco”. Lui replicò che non era possibile. E adesso nega che questa nostra conversazione ci sia mai stata».
Nel frattempo Tedesco è stato indagato. E voi del Pd lo avete portato in Parlamento.
«Il Pd è stato ricattato da Tedesco».
Appena aperta l’indagine su di lui, lei disse che Tedesco si doveva dimettere dal Senato.
«Mi pare un principio sano. Il modello Di Pietro: se il tuo ruolo è fondamentale per la tenuta di un’istituzione (parlo del premier, dei governatori e dei sindaci) non ti puoi dimettere al primo avviso di garanzia, ma se non lo è… ti dimetti».
Politica e magistratura. Lei ha zompato il fosso: da magistrato antimafia si candidò sindaco di Bari.
«In contraddizione con quel che ho sempre pensato».
E cioè?
«Che questo passaggio è poco opportuno».
Lo dicevano anche quelli che l’hanno vista passare da titolare dell’inchiesta Arcobaleno, che riguardava anche i Ds, a sindaco barese appoggiato dai Ds.
«Io nel 2004 mi presentai con una lista civica. Non mi volevano né la Margherità né i Ds. Anzi, la prima proposta politica mi arrivò dall’ex missino Pinuccio Tatarella. Venne a trovarmi a casa di mio padre, anche lui ex supporter di Almirante. Rifiutai, perché ho sempre votato a sinistra».
In magistratura come ci è entrato?
«Mi ero laureato da poco in Giurisprudenza. E mi dividevo tra le prime cause legali, il basket e l’azienda di mio padre che vendeva bilance. Un giorno incontrai in Tribunale il mio amico scrittore Gianrico Carofiglio che mi informò del concorso in magistratura. Ci chiudemmo per quattro mesi a studiare nella sua casa di Rosa Marina. Passai le prove. Per due anni, la mattina ho fatto l’uditore apprendista magistrato e il pomeriggio il tuttofare da mio padre».
Il primo incarico da pm?
«Ad Agrigento. Allora era il far west: lo Stato era la preda. Ero appena stato assegnato all’antimafia brindisina, quando in Sicilia assassinarono Livatino»
Contro di lei, qualche anno dopo, la Sacra Corona Unita preparò un attentato con un lanciamissili.
«Rischi del mestiere. Ne ho fatti finire tanti in carcere».
Lei è ancora in aspettativa come magistrato.
«Sì, anche perché non sono esattamente uno con la carriera politica assicurata».
Ma se da sindaco/outsider per qualche anno ha fatto pure il segretario regionale del Pd!
«Spesso ho la sensazione di essere un male necessario per il Pd. Sono riuscito a organizzare “Mezzogiorno di fuoco” solo dopo aver convinto D’Alema. Io voglio rimettere il Meridione al centro del dibattito politico e il Pd che cosa fa? Per poco non organizza un convegno alternativo per disinnescare questo di Bari. Come accadde a Renzi, alla Leopolda».
Come spiega questo meccanismo?
«Forse hanno paura delle loro risorse umane. Invece di sfruttarne il potenziale, ogni tanto lo ostacolano. Ai tempi dell’iniziativa di Renzi, suggerii a Bersani di andare lì e di arringare i suoi elettori. Lo avrebbero portato in trionfo. Invece…».
Bersani leader…
«È un gran galantuomo. Ma come gli è venuto in mente di autorappresentarsi in bianco e nero? È stato eletto da milioni di persone. Dovrebbe essere molto più leader».
A cena col nemico?
«Col più divertente d’Italia: Berlusconi».
È mai stato ad Arcore?
«No. Resto un magistrato. Si sta attenti alle frequentazioni».
Lei ha un clan di amici?
«Sono degli eroi. Quando mi sono candidato a sindaco mi hanno dato un sostegno fondamentale. Scrissero con me la Magna Charta barese, un insieme di regole per sopravvivere all’incarico».
Regola numero uno?
«È obbligatorio prendersi in giro».
Lo ha fatto?
«Be’, quando mi cominciarono a chiamare “sindaco sceriffo”, mi presentai in tv con cappello e cinturone».
Nichi Vendola si è travestito da Masaniello.
«Quella di Vendola era una cosa seria, in teatro, per parlare di giustizia. L’ho fatta pure io».
In che ruolo?
«Il capo della banda dei ladri delle ossa di san Nicola. Oggi l’aspetto attoriale della politica non è secondario».
Che cosa guarda in tv?
«Mi piacciono i documentari storici. Ma a casa non me li fanno vedere».
Il libro preferito?
«Delitto e castigo di Fëdor Dostoevskij».
La canzone?
«Born in the Usa di Bruce Springsteen. Amo gli americani e il fatto che quando fanno una stupidaggine sanno prendersi in giro».
Il film preferito?
«Blade Runner. È la storia dell’uomo di fronte a Dio e all’angoscia per la fine della vita».
Lei è credente?
«Sì. Quando a Bari un palazzo ha rischiato di crollare, ho chiamato il priore della Basilica di San Nicola e gli ho chiesto di mobilitare in preghiera tutti i frati a disposizione».
Sa qual è l’articolo 21 della Costituzione?
«Quello sulla libertà d’informazione».
Quanto costa un pacco di pasta?
«Circa due euro? Faccio la spesa ma controllo solo il totale».
I confini dell’Egitto?
«La Tunisia? L’Arabia?».
No. La Libia, Israele, il Sudan…
«Mannaggia. Non mi sono preparato».

 www.vittoriozincone.it
 © RIPRODUZIONE RISERVATA

Categorie : interviste
Commenti
domenico 7 Aprile 2011

Grande Michele……… in tutti i sensi

Gabriele Piscitelli 8 Aprile 2011

Dopo questa intervista dovrebbe essere doveroso da parte del sig. Michele Emiliano e la sua Giunta di verificare la Delibera di Giunta nr. 28 del 28 gennaio 2010. In quanto non è, come lui dichiarò in diretta televisiva con l’intressato il 09 dicembre 2010. in quanto in qualità di Sindaco rapresenta il diretto responsabile Legale .

Gabriele Piscitelli 8 Aprile 2011

2) Domanda perchè va e rilascia interviste di comodo e non da comunicazioni in base alla normativa 241/90 e smi. e stato “contumacia al dlg. 165/2011 dal marzo 2005 ad oggi”. Perche e sente nella Trasmissione di Bari, dedicata al Sindaco di Bari “Dilloaemiliano” . Si furbo il sig. Michele Emiliano ad far emettere atti non in fede alle normative……….

Gabriele Piscitelli 8 Aprile 2011

*Assente*

Gabriele Piscitelli 14 Aprile 2011

Oggi nella sua agenda : Riporta chè, alle ore 12:00 A un incontro di riunione con la Giunta Comunale , è, alle ore 17: cè, Consiglio Comunale, si domanda pubblicamente in quanto si e chiesto la verifica della Delibera di Giunta numero 28 del 28 gennaio 2010, e della interrogazione Parlamentare in Consiglio Comunale da riportare nelle Varie del Consiglio Comunale, in quanto la Presidenza del Consiglio e a conoscenza.

Gabriele Piscitelli 10 Maggio 2011

Sig. Michele Emiliano in merito a quanto a postato sul suo sito twitter , un ora fa 12:00 del Bari, 10 maggio 2011 . con notizie riportate dalla stampa che noi dobbiamo apprendere da lei alla sua attività di delegato dai cittadini di Bari ad esercitare le funzioni di sindaco e come parte garante legale di atti con finalita in senno al DPR. 445/2000 e smi . dlg. 241/90 e smi. dlg.165/2001 esmi. Cosa che nella delibera di giunta risulta dal 02 maggio 2000 ad oggi non conforme alle normative vigenti . Pertanto le e stato democraticamente chiesto a alla S.V. alla giunta Comunale e al Presidente del Consiglio del Comune di Bari la verifica della delibera di giunta nr. 28 del 28 gennaio 2010. E per maggior ragione della richesta di verifica avanzata , di quanto appreso in questi giorni in merito alla delibera di giunta nr. 209 del 28 aprile 2011 e della delibera nr. 205. ed in merito da quanto lei a dichiarato il Bari, giovedì 09 dicembre 2010. non conforme alla sua attività di Sindaco di Bari.

Gabriele Piscitelli dipendente Comunale 14 Ottobre 2011

Sig. Sindaco Michele Emiliano, come Cittadino ritengo che e stato vergognoso il suo comportamento che a avuto durante il Consiglio Comunale del Bari, 13 ottobre 2011verso il giovane Consigliere Romita.
Sperando che si ravveda anche in merito alla verifica della delibera di giunta nr. 28 del 28 gennaio 2010 portata davanti al Giudice del Lavoro non in seno al DPR 445/2000. e al dlg. 241/90 e smi. e al dlg. 165/2001.

Gabriele Piscitelli dipendente Comunale 15 Ottobre 2011

“LADISA”

Gabriele Piscitelli dipendente Comunale 25 Ottobre 2011

Sig. Michele Emiliano non so di percisazione in quanto la presente del “sette Aprile 2011” rappresenta la sua pagina ufficiale, comunque visti i risvolti che ha preso in data Bari, 24 ottobre 2011 nei confronti di un Assessore dopo un suo Esposto. In merito a quanto appreso mi domando e le chiedo sig. M. E. perche nella Delibera di Giunta nr. 28 del 28 gennaio 2010 non va riportata in ESSA, anche la nota del Bari, 29 luglio 2008. Registrata con. Protocollo numero 200601/II/1 Gabinetto del Sindaco Come la stessa nota del Bari, 29 luglio 2008 e stata inviata alla Segreteria e al Segretario Provinciale della CGIL – FP di Bari . Registrata con Protocollo numero 5050 segreteria CGIL- FP. Bari.

Gabriele Piscitelli dipendente Comunale 22 Gennaio 2012

Sig. Michele Emiliano , visto la sua pagina di facebook, che a posto l’Articolo del giornale Affaritaliani. Di cui dichiara che il Signor Monti è un UOMU della Destra, va Mandato a Casa il prima possibile. E alla Signoria Vostra sig. Michele Emiliano chi lo deve Mandare a CASA in qualità di grande Fannullone. In quanto ci sono tutti i presupposti per mandarlo a Casa. Spero arrivi presto il Commissario Prefettizio.

Gabriele Piscitelli dipendente Comunale 22 Gennaio 2012

*UOMO*

Gabriele Piscitelli dipendente Comunale 5 Maggio 2012

Visto la ridepositazione del presente articolo “intervista del Bari, 07 aprile 2011. si chiede al sig Giornalista rintervistare il Michele Emiliano in merito alle dichiarazioni fatte il 09 dicmbre 2010 e le dichiarazioni fatte il 29 febbraio 2012 dal suo delegato assessore G.G. Visto che non avrebbe bisogno di fare la spesa dall’anno 2007. In quanto si evidenzia che vive a spese di altri oltre allo stipendio percepito attualmente “meramente dallo Stato Italiano in quanto attua violazione alle normative”. Come si potrebbe definire tali soggetti.

Gabriele Piscitelli dipendente Comunale 9 Luglio 2012

Nella delibera di giunta nr. 28 del 28 gennaio 2010. Parla di un fatto a loro dire increscioso non in fede al X dlg. nr. 626/94 e smi. in materia di accesso nel posto di lavoro. Poi si ravvede che usa il “Palazzo di Città per farsi Campagna eletorale a spese dei Cittadini che bella Onorabilità???? “Dopo le cozze provolone e proscitto”

Gabriele Piscitelli dipendente Comunale 9 Luglio 2012

*Prosciutto*

Leave a comment