Lucrezia Lante della Rovere (Sette – marzo 2010)

8 commenti

Lucrezia Lante della Rovere, 43 anni, da più di venti fa l’attrice e la madre. La incontro nella casa di Roma nord dove abita con il pittore Marco Tirelli («In pratica è la mia prima vera convivenza»). Cammina basculando sulle suole curve delle scarpe che le dovrebbero raddrizzare la schiena e durante l’intervista beve circa due litri di tisana. Ride molto. Mentre fa ondeggiare i capelli rossi («Sono tinti, io sarei più scura») ogni tanto spara una bordata: «Hai visto i manifesti elettorali di Emma Bonino? Ci ha messo la faccia, con le rughe. Brava. Non come la Polverini che si è fatta ritoccare le foto».
Lucrezia sta per cominciare le riprese di una nuova fiction (Musica silenziosa) e si allena seguendo un seminario di recitazione con Doris Hicks, la coach di Meryl Streep. Nel frattempo prepara uno spettacolo teatrale “post femminista” ispirato a Malamore, un libro di Concita De Gregorio, ed è in attesa che la tv di Stato mandi in onda la seconda serie di Donna detective, la fiction di cui è protagonista (nelle prime sei puntate, 2007, ha fatto una media del 26% di share su Raiuno). «Oltre ai gialli, il Leitmotiv di questa serie sarà il rapporto tra la madre lavoratrice e la più grande dei suoi tre pargoli, una quindicenne». Partiamo da qui, allora. Anche perché Lucrezia di figlie ne ha due: Ludovica e Vittoria, gemelle ventunenni. Il padre è l’imprenditore Giovanni Malagò.
L’eterna diatriba sulle mamme lavoratrici.
«La diatriba è eterna perché l’Italia, purtroppo, non è un Paese per madri lavoratrici».
Gli uomini ormai si danno da fare.
«Ma dove?».
C’è pure l’orribile espressione di “mammo”.
«Nessuno pretende un’inversione di ruoli. Io sono perché i ruoli siano “animalisticamente” definiti. Ma ognuno deve partecipare».
Non è così?
«No. Il ritardo è culturale, e a cascata, sociale e politico. La cosa peggiore è che quando ne parli hai la sensazione di essere trattata come una post femminista che ha superato la data di scadenza».
Il problema principale è?
«La colpevolizzazione. La mia è la prima generazione in cui le madri vengono colpevolizzate qualsiasi cosa facciano».
Spiegati meglio.
«Hai accesso a tutti i lavori, ma vieni pagata meno. Se lavori troppo, sei una mamma degenere e ti tirano le pietre. Se non lavori, sei una poveraccia che sa solo allattare e cucinare. I sensi di colpa si aggrovigliano».
Tu ne hai avuti?
«Certo. Ogni volta che andavo in tournée e stavo via qualche giorno. Per recuperare mi scapicollavo la domenica sera a Roma per passare con le mie figlie il lunedì. In più ero giovanissima, volevo un po’ divertirmi e così i sensi di colpa si triplicavano».
Come la poliziotta di Donna detective, sei stata madre di  adolescenti e lavoratrice.
«Un disastro. Le mie figlie quando hanno compiuto 15 anni sono andate dal padre».
Perché?
«Perché volevano provare a vivere con Giovanni. Ma anche perché io ero iper apprensiva, un po’ isterica. Reagivo al conflitto urlando. D’altronde non avevo idea di come affrontare quella situazione. Non è che avessi avuto un modello familiare molto solido».
Tua madre, Marina Ripa di Meana, si separò molto presto da tuo padre…
«E poi ebbe compagni che con me non erano molto paterni. Ho vissuto infanzia e adolescenza con le tate in un appartamento diverso da quello di mamma. Sullo stesso pianerottolo, ma era un’altra casa».
Nella prima serie di Donna detective, lei a un certo punto molla un ceffone a suo figlio.
«Nella sceneggiatura non c’era. Ma con Cinzia Th Torrini, la regista della prima serie (nella seconda la regia è di Fabrizio Costa ndr), abbiamo deciso che era giusto».
Il ceffone è arcaico e violento.
«Macché, a volte è necessario. Il mio post femminismo non è solo diritti, tutele e garanzie: la madre, lavoratrice o in carriera, deve tornare a educare i propri figli. E la società dovrebbe favorire questa aspirazione».
Post femminismi. Il corpo delle donne va difeso dal velinismo?
«Sì. Anche se non dovrei essere io a dirlo».
Perché?
«A 15 anni ho cominciato a fare la modella. Ho usato il mio corpo. Poi ho posato nuda».
L’abuso dell’immagine del corpo femminile è cominciato proprio in quegli anni Ottanta.
«Esplodeva la moda. Ma le aspirazioni delle ragazze erano altre. Oggi tette e culi impazzano. È la regola. Il mercato. E lo scopo del gioco è solo la notorietà».
È stata coniata la formula “affamati di fama”.
«Si è capito che basta poco. La cosa più grave però è l’ideale di giovinezza eterna: anche a età improbabili tutti si sentono costretti a mostrarsi stirati e sempreverdi».
Parli della chirurgia plastica?
«Parlo di mostri ambulanti e di donne canotto. Non faccio la bacchettona, se uno ha dei problemi e la chirurgia può risolverli, evviva la chirurgia… In giro si vedono dei mascheroni orrendi, anche tra le mie colleghe».
Fuori i nomi.
«L’hai vista Sophia Loren nella fiction Rai?».
Non toccare le madri della Patria.
«Appunto. È stata la donna più bella del mondo. Ha vinto due Oscar. Per me è stata un mito. Perché deve conciarsi così?».
Così, come?
«Tirata, gonfia… i ritocchi peggiorano pure la recitazione».
Ehm… anche tua madre, Marina…
«…».
Ci sono altre attrici “rovinate” dai ritocchi?
«Tutte… Meg Ryan, Cameron Diaz, Emmanuelle Béart. Labbra, botox…».
Fra le italiane?
«La Fe… la Feri…».
La Ferilli?
«L’hai detto tu».
No, l’hai detto tu. In passato hai confessato di aver fatto ricorso alle punture di vitamine.
«Robe minuscole. Provai un dolore tale che decisi di fermarmi. Una volta un regista mi ha fatto i complimenti per le rughe».
Sfacciato.
«Marc Forster, durante i provini per un film di James Bond…».
Hai recitato con 007?
«In Quantum of solace. Una comparsata fulminea. Ora la chiamano cameo, ma resta una comparsata. Comunque il regista mi disse che mi aveva scelto perché ero una quarantenne che portava la propria età con fierezza, cosa rara a Hollywood».
Lo hai preso come complimento?
«Certo. Sarò banale, aveva ragione la Magnani: “Lasciatemi quella ruga che racconta il mio carattere”. E ha ragione la scrittrice Barbara Alberti a teorizzare che oggi la plastica facciale è il burqa della donna occidentale».
Esagerata.
«Vorrei arrivare a cinquant’anni senza l’ossessione di essere accettata per quanto sono in tiro. Anche come attrice».
Da quanti anni fai l’attrice?
«Da ventiquattro».
Il primo film?
«A diciannove anni, Speriamo che sia femmina, di Mario Monicelli. Poi ho fatto soprattutto teatro. Il cinema non mi ha usata molto».
Hai fatto una ventina di film. Ti lamenti?
«Assolutamente no».
In tempi di intercettazioni ti conviene rispondere sinceramente: sei mai stata raccomandata?
«No. E poi senti, a me questo leggere la realtà attraverso le intercettazioni non piace. I giornali ormai non pubblicano altro. Ci costringete a diventare lettori di gossip. E a furia di mangiar biada, si diventa cavalli».
Le intercettazioni smascherano il malcostume.
«Ci vogliono i giudici per scoprire che la politica interviene sui tg, che in giro è pieno di escort, cioè di mignotte, e che ci sono i raccomandati in Rai?».
Leggere certe conversazioni fa impressione.
«Sì. Ma si sa che in tv trionfa il demerito».
Hai un esempio in mente?
«La sora Cecioni di Sanremo…».
Antonella Clerici?
«Osannata per i suoi demeriti. Per aver letto male il gobbo».
È stata osannata perché ha fatto ascolti record.
«Non è garanzia di un bello spettacolo».
Per Donna detective hai fatto un provino?
«No. Mi hanno chiamata. Sono stata in ballottaggio per qualche mese con altre attrici».
Fai ancora molti provini?
«Capita, certo. E mi capita pure di essere respinta».
Il rifiuto più doloroso?
«In Italia non ci sono ruoli per cui soffrire. Mi dispiacque quando non mi scelsero per Caos calmo. Ma vista la scena di sesso, inutile e gratuita, tra Isabella Ferrari e Nanni Moretti, sono stata felice di non essere stata presa».
Per quale regista scatteresti sull’attenti?
«Gli attori vogliono lavorare, tutti. E tutti scattano chiunque li chiami. A parte i cinepanettoni…».
Vabbè, chi è il regista con cui vorresti lavorare?
«Virzì, Sorrentino, Zanasi…».
A cena col nemico?
«Gianfranco Fini. L’ho considerato per molto tempo un avversario invotabile. Ora vorrei farmi dire che progetti ha per l’Italia».
L’errore più grande che hai fatto?
«Ne ho fatti mille. E li rifarei tutti».
Il quadro preferito?
«Il Tirelli che ho in salotto».
Ma dai, non vale. È il tuo fidanzato. Tra un Tirelli e un Picasso, che cosa scegli?
«Tirelli. Giuro».
Il libro?
«I nutrimenti terrestri di André Gide. L’ho letto a vent’anni. È un libro di rottura».
Il film?
«L’ultimo di fronte al quale mi sono depressa perché ho pensato che non farò mai una cosa così bella è Moulin Rouge di Baz Luhr-mann».
La canzone?
«Tutto Lou Reed. Mmh, quella voce…».
Che cosa guardi in tv?
«Forse non lo dovrei dire…».
Che cosa?
«Che mi dimentico quasi di accenderla».
Non fare la snob. Quanto costa un pacco di pannolini?
«Non ne ho idea».
Lo hai mai saputo?
«Non so nemmeno quanto costano latte e pasta. Faccio la spesa. E so che ci sono posti dove potrei risparmiare. Ma poi penso… ora i soldi ci sono? Spendiamoli».
Quanti articoli ha la Costituzione?
«E che ne so? Tanti… Ma poco rispettati».
I confini di Israele?
«Potrei sbagliare continente. Meglio non rischiare».

www.vittoriozincone.it

Categorie : interviste
Commenti
Eva Lisa Poulsen 4 Febbraio 2011

Che oca pseudointelletuale!!
Eva Lisa

vz 7 Febbraio 2011

Gli insulti sono pessimi. Argomentare una critica, pliz.

patrizia 11 Aprile 2011

Avrei piacere di poter dare un saluto alla Signora Lante della Rovere, se ci fosse un indirizzo mail.
Grazie
Patrizia – Padova

nessuno 4 Febbraio 2012

Lucrezia lante della rovere e una bellissima donna elegante.bellissimi occhi bei capelli rossi belle labbra.e` elegante quando balla “ballando con le stelle”,,,,,,,

pa trizia 16 Febbraio 2012

Mi piace moltissimo e ha ragione quando dice che i ritocchi estetici rendono tutte bruttissime e inespressive, ma non se ne rendono conto?

nessuno 23 Febbraio 2012

Lucrezia hai uno squardo fulminante,una bellezza rara.il tuo loock e`bellissimo ,tu sei la dea della bellezza .

evelyn 29 Febbraio 2012

Un perfetto connubbio fra bellezza, eleganza e intelligenza.

Un saluto e un augurio per tutto a Lucrezia.

valentina 19 Maggio 2012

Lucrezia dovresti essere la donna esempio per tutte noi giovani!!!!!!!
Ti adoro!!!
Vale.

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