Fabio Caressa (Sette – gennaio 2010)
5 commentiFabio Caressa, 42 anni, romano, è l’uomo-simbolo del calcio Sky. Quello delle telecronache ultra adrenaliniche e ansiogene. Del celebre “abbracciamoci forte e vogliamoci tanto bene”, dopo la vittoria dell’Italia ai Mondiali 2006. Dei nomi scanditi ritmicamente, strillati a squarciagola dopo un gol. Degli incipit assurdi, onirici e strappacuore, prima dell’inizio di un match. Della conduzione romanesca e un po’ sbracata di Mondogol, in coppia con Stefano De Grandis.
Ora che Ilaria D’Amico è in maternità, Caressa ha conquistato lo studio di Sky Calcio Show, la trasmissione che precede e segue le partite domenicali sul satellite. Lo incontro all’Hotel Plaza di Roma, subito dopo il suo esordio. Quando gli chiedo se Sky sul calcio teme la concorrenza del digitale terrestre di Mediaset Premium, lui lima le sue erre e comincia a srotolare cifre e dati sugli abbonati: «Mediaset Premium fa buoni ascolti la domenica, ma il resto della settimana? Loro hanno un mercato diverso dal nostro. Non ci rubano telespettatori. Piuttosto so che la Rai è in apprensione». Perché? «Quando sulla tv di Stato c’è una partita di Champions, l’80% dei nostri abbonati resta con noi». Caressa lo chiama “effetto emozionale”. Lui è il teorico della telecronaca/colonna sonora («Se c’è aria di gol, ti devo far spostare sulla punta della poltrona»), sostiene che esista uno stile Sky (che poi è il suo) e che questo faccia la differenza. Partiamo da qui.
Gianni Mura, decano dei cronisti sportivi, ha scritto che a novembre, durante Dinamo Kiev – Inter, gli hai provocato “un’ansia sconosciuta”.
«Bello, no? La televisione è emozione».
Esageri. Ti agiti anche se commenti una partita degli Azzurri under 20. La colonna sonora rischia di essere stonata. La conduzione di Sky Calcio Show…
«La devo calibrare. Di sicuro non sarà mai una messa cantata: come quegli approfondimenti Rai e Mediaset, zeppi di ospiti imbufaliti e litigi posticci».
Le risse fanno ascolti.
«Non credo che sia più così. Serve un nuovo passo in tutta la tv. Abbassare i toni e aumentare tecnica e alleggerimento».
Come nelle telecronache dove alterni spiegazioni sulle traiettorie del pallone con effetto Magnus, roba da fisici nucleari, a battute come “Sale, Pepe”, per la corsa sulla fascia del centrocampista Pepe.
«Dico anche “Sale, Grosso”. Alla prima puntata ho fatto ridere Mourinho: miracolo!».
La Domenica sportiva con Teo Teocoli in studio non cerca di fare lo stesso?
«No. Con tutto il rispetto per Teo, lui è un comico e di calcio non ci capisce niente».
Dal prossimo anno la tv sarà ancora più invasa dal campionato. Dal venerdì alla domenica: a pranzo e a cena…
«Le squadre dovranno fare uno sforzo».
Di che genere?
«Sul brand, sul marchio. Per essere più riconoscibili. Ci sono squadre non valorizzate».
Mi fai un esempio?
«La Roma. Ha il marchio più forte del pianeta. La città Caput Mundi, la lupa. Dovrebbero fare pacchetti turistici, trasferte imperiali a New York, con gladiatori e bighe».
Continuerai a fare telecronache?
«Ne farò di meno. A Sky c’è una bella squadra di giovani telecronisti».
Ormai i telecronisti pur di farsi riconoscere si inventano giochi di parole incredibili. Colpa tua.
«Il primo a “brandizzare” la telecronaca è stato Sandro Piccinini: “Pericolo…Non va!”».
Tu sei l’evoluzione: il tè caldo all’intervallo, i nomi scanditi. Ti rubano le battute?
«È bello sapere che sei nel linguaggio comune».
Hai molti imitatori?
«Al mondiale tedesco persino Civoli cominciò a ritmare i nomi dei marcatori come me».
Come prepari una telecronaca?
«Leggo tutto quello che è stato scritto dal 1991 a oggi su ogni giocatore. Ho il file/archivio sul calcio più grande d’Europa».
È vero che digiuni prima della telecronaca?
«Sì. A stomaco vuoto si ragiona meglio. Anche se ormai digiunare è complicato». Mia moglie Benedetta…».
… Parodi, giornalista di Studio aperto.
«…conduce la trasmissione Cotto e mangiato dalla cucina di casa nostra».
Di qui la battuta di Luca Bottura sul Corriere. «Clamorosa rivelazione della Parodi: suo marito fa quegli incipit perché lei gli mette l’ecstasy nel polpettone». Provi gli incipit prima di recitarli?
«Sotto la doccia».
Perché non si sentono tante telecroniste donne?
«Conosci bimbe di 5 anni che giocano a Subbuteo o con le figurine? Tutto comincia da lì».
Dal Subbuteo?
«Con mio fratello e Pietro, un nostro amico, facevamo tornei infiniti. Partite e telecronaca».
Fai ancora l’album?
«Sì, certo. Ma dopo un mese che compro le figurine chiamo la Panini e mi faccio mandare le mancanti».
Come ti sei avvicinato al giornalismo?
«Sognavo di fare il cronista di guerra ed ero malato per il calcio. Mio padre vide uno spot e mi iscrisse al “Piccolo Gruppo” di Michele Plastino: un corso per maniaci di calcio. A 19 anni Plastino mi affidò Golmania, su Canale 66».
La tua prima telecronaca?
«Nel 1987 Piccinini mi chiamò al Tg di Teleroma56. Mi occupavo di cronaca, ma seguivo anche le partite. L’esordio fu un Lazio-Cesena. Ci chiedevano di fare le telecronache dal campo, senza l’accredito stampa, avendo in tasca solo un biglietto di curva».
Nel ’91 Rino Tommasi ti chiamò a Tele+.
«Prima, con Piccinini e Marianella (anche lui ora a Sky) facemmo il film di Italia 90. In pellicola. Se non ricordo male andammo a intervistare un giovane accattapalle della Roma: Francesco Totti».
Tu sei un fan di Totti. Hai detto che tra quelli che hai visto dal vivo, solo Maradona è meglio.
«Il pupone è un felice prigioniero del Raccordo anulare. Se fosse andato a Milano o a Londra…».
Platini, Zidane, Kakà, Messi… dove li metti?
«Messi è l’erede di Maradona. Ha eliminato il tiro in porta: appoggia la palla in rete».
Lo fa anche Cassano.
«Per imitare Messi. Cassano è potenzialmente più talentuoso di Totti».
Allora Lippi lo dovrebbe portare in Sudafrica?
«Cassano non c’entra col gruppo di Lippi».
Sei un lippiano di ferro. Che mondiale sarà?
«Invernale. Hanno inventato un pallone con minuscole scagliette, per renderlo controllabile sotto l’acqua. Le africane andranno male: troppa tensione».
I tuoi colleghi di Sky sostengono che non azzecchi una previsione. Scommetti sulle partite?
«Non più da quando mi sono sorpreso a sbraitare in diretta per descrivere un gol insignificante per il pubblico, ma fondamentale per una mia puntata».
Cosa farà l’Italia al Mondiale?
«Perderà in finale con l’Argentina di Maradona».
Hai chiamato tuo figlio Diego.
«Ha pochi mesi, gli solletico solo il piede sinistro sperando che venga mancino, come Maradona».
Il futuro del calcio italiano?
«Balotelli: potenzialmente la punta più forte del mondo».
È discriminato dai tifosi razzisti.
«Smettiamola con questa storia del razzismo».
Cantano: «Se saltelli, muore Balotelli».
«È un caro ragazzo, ma è troppo arrogante. Non lo sopportano né i tifosi, né i giocatori».
Quindi è giusto insultarlo?
«No. Ma per anni Materazzi è stato bersagliato da cori atroci. Nessuno ha mai detto nulla. Andrebbero vietati tutti i cori violenti, non solo quelli contro i neri. Tornando a Balotelli… Mourinho ci lavora parecchio».
Mourinho è il number one?
«No. Il number one è Carlo Ancelotti. Mentre il più innovativo in Italia oggi è Leonardo: sta inventando il “calcio macchiaiolo”: i suoi giocatori si muovono a macchia di leopardo».
Allenatori. Tra Lippi e Zeman chi preferisci?
«Lippi, tutta la vita. Non sono zemaniano».
Zeman ha denunciato il doping selvaggio.
«Ed è stato un eroe. Ma se fosse stato più cauto, qualcuno lo avrebbe seguito…».
Calciopoli è finita?
«Sì. E ora non c’è un nuovo “sistema Inter”, come pensano gli juventini».
Ti accorgevi del “sistema Moggi”?
«Ho avuto sospetti solo su alcuni match. Comunque era Giraudo a dominare».
Come lo sai?
«Una volta Giraudo chiamò Tom Mockridge, boss di Sky Italia, e gli disse che doveva cacciare me e Bergomi. Aggiunse che da quel momento la Juve si sarebbe scelta i telecronisti. Mockridge al cocktail natalizio di Sky disse alla redazione: “Visto che siamo noi a pagare la Juve, al massimo saremo noi a scegliere il loro allenatore e non loro i nostri telecronisti”».
Qual è il gol che avresti voluto raccontare?
«Maradona in slalom contro l’Inghilterra al Mondiale del 1986: prima punì il loro interbento alle Falkland con un gol di mano, la mano di Dio, e poi gli fece vedere come si gioca».
La partita che non hai ancora commentato?
«Una finale di Champions. Dopo Germania 2006 me l’aspettavo. Ma non posso fare tutto».
A cena col nemico?
«Con Piersilvio. Così mi offre un contratto».
L’errore più grande che hai fatto?
«Durante un derby Roma-Lazio. Ci fu un gol. Gridai: “Miiiirko… Vu-ci-nic”. Ma aveva segnato Baptista».
La scelta che ti ha cambiato la vita?
«Mia moglie: Benedetta è benedetta. La sua calma mi aiuta a crescere professionalmente».
Il film preferito?
«Rocky I. Ne faccio sempre vedere un pezzo quando faccio le lezioni nelle aziende».
Fai lezioni nelle aziende?
«Arrotondo».
Sei cattolico?
«In ricerca, ho fatto pure meditazione con SaiBaba».
Che cosa è Kindle?
«Il lettore digitale per libri e giornali… ma guarda che secondo me la carta resisterà ancora a lungo».
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l’ intervista che aspettavo 😉
Incredibile ! (oppure nauseamente standard !! )
O meglio : tipico della stupidaggine ed ignoranza italiana !!
Gentile sig. Care(zz)ssa :
…ma come fa a preferire Lippi (vincente oggi…..vedremo dopo all’inferno del dopo mondiali, oppure all’inferno del post vita…..causa le “balle” raccontate) al SIGNOR Zeman,
rarissimo esempio di integrità morale e di buona immagine del calcio “italiano” all’estero. !!!!
ZEMAN è sinonimo di moralità , di voglia di crescere , di dare corrispondenza biunivoca tra sport, cultura e quotidianità.
LIPPI è sinonimo di “italianità”, di furbizia, di speculazione , di bugie di ipocrisia e di “difensivismo” nello sport e nella vita. !!!!
FABIO CARESSA :
basta con l'”italianità” !! BASTA con le stupidaggini della “moda italiana” del “buon gusto italiano” (SIC!!) , basta con le ipocrisie e le vigliacaggini !!!!
W L CULTURA !! W ZDENEK ZEMAN !!!
Passi un po’ di ore del Suo tempo a leggere un buon libro !!
E dimentichi le volgarità e le “barche” viareggine !!!
Raffaele Zorzi
Come azienda avremo la necessità di contattare con urgenza il dott. Caressa per una lezione presso la ns sede di Parma- Help!! E’ urgente!!! Resto in attesa di un cenno di riscontro. Molte grazie
Non so caro il mio caressa che squadra tifi , e non mi iteressa , ma ti prego non parlare piu’ di calciopoli , o se vuoi parlarne , vai a Napoli ,e gia’ che hai dei sospetti su qualche partita, prima di farsopoli, parlane con il giudice CASORIA.Cosi’ ti toglierai un peso dallo stomaco ,in piu’ aiuterai l’accusa a trovare qualche prova concreta. forse non sai(o non vuoi saperlo) che durante tutto il processo i vari testimoni dell’accusa hanno fatto ,tutti figure meschine , e non si e’ trovata nessuna prova contro la JUVE!!!!!!!!!!!!oooooh…………. caressa vai beviti un brodo!!!!!!!!!!
Premetto che ho tolto sky per colpa di Caressa il peggiore telecronista in circolazione. Giornalista o in malafede o impreparato quando parla di calciopoli,sta venendo fuori la verità,170.000 telefonate e Moggi non parla mia con un arbitro solo una volta (7 novembbre 2004 dopo Juve reggina lo telefona Papresta e lui chiude il telefono) non parla mai con un giocatore avversario,è attaccato da Carraro, Caressa si è chiesto con chi avrebbe truccato i campionati Moggi? Hanno paura della verità e Caressa è uno di questi perchè sarebbe sbugiardato…